E' già passato più di un mese dalla mia prima mezza maratona e io ancora non ho avuto tempo (o forse testa) di raccontare le mie emozioni. E' ora di provarci...
Il viaggio inizia con la preparazione della valigia, ma questa volta non è per vanità, non è per scegliere quale vestito portare e quale no, porto i tacchi oppure no... no, in questo caso la preoccupazione maggiore corrisponde al calcolo preciso del cosa portare o no per ogni evenienza in gara.
Non voglio avere troppo caldo, ma neppure devo patire il freddo! Quindi, melius abundare quam deficere, specie in questo caso!
Il mio occhio è incollato al meteo 24 ore su 24, sperando che le nuvole minacciose che mi fissano dal mio iphone possano nei giorni diventare un bel sole o almeno le temperature salire, ma niente, la situazione non cambia e prendo il mio aereo per Berlino consapevole di dover affrontare la mia prova sotto la pioggia e al freddo. Maledette città del nord, è primavera a Roma, non ve l'hanno detto?
Comunque alla fine mi convinco che non sarà poi una tragedia, ho un pò di raffreddore ma mi sono allenata un intero inverno così, quindi... perché averne paura? Sono abituata ad acqua e vento sulla faccia, ci aggiungo il naso tappato dovuto al raffreddore e che vuoi che sia!!! (magari se evitavo la pioggia presa per far foto alla maratona di Roma la settimana prima era meglio)
Così opto per due borse, una da mandare in stiva con i vestiti normali per i tre giorni di permanenza e una come bagaglio a mano con la divisa e le mie nimbus... e si perché per un runner in trasferta le scarpe da corsa sono sacre, sono quelle ed insostituibili, non sono vecchie ma neppure nuove, insomma hanno il kilometraggio giusto e non si può rischiare non arrivino con te a destinazione!
Si parte e ormai quel che è fatto è fatto, pronta o no, devo andare a prendermi quella medaglia sui 21 km e vincere contro (o con!) Berlino, so che ce la metterò tutta, questa è l'unica consapevolezza che porto con me in viaggio.
L'arrivo è tranquillo, i bagagli lasciati a casa, un giro per il centro e una cenetta splendidamente servita nel bellissimo locale di mio fratello che a pochi giorni dal suo primo anno di vita è cresciuto tantissimo e ha fatto la sua strada! Sono orgogliosa di mio fratello e del suo socio, stanno facendo un ottimo lavoro e a vederlo lavorare, a vederlo lì nel suo nuovo mondo mi convinco sempre più che quella è la sua strada e che per quanto possa mancarmi sono enormemente felice per lui.
Torno a casa con questo pensiero in testa e vado a letto ansiosa per la prova che verrà ma elettrizzata per la giornata del ritiro del pettorale.
L'appuntamento è per l'ora di pranzo con gli altri Ramarri, io e Niko arriviamo ad Alexander Plz dove ad attenderci ci sono Alessandro e Luigi con le loro famiglie, so che ci saranno altre persone degli Urban Runners, tra cui Cecilia e Flavia, due ragazze dal mio stesso passo e con cui deciderò di condividere questa esperienza. Ci saranno anche Igor e Sara amici della LBM, recuperati alla fermata della U-Bahn, cartina alla mano, ci dirigiamo verso il Berlin Vital Expo!
Che bello sapere che con me ci sono persone esperte, io mi sento un po' un pesce fuor d'acqua, non so come funziona ma poi alla fine tutto è ben spiegato e ben organizzato quindi felice prendo il mio pettorale: F11601... prima o poi magari li giocherò 'sti numeri!
Un ultimo giro per Berlino, qualche acquisto e di corsa a casa per la cena della sera prima... rigorosamente composta da tanta pasta olio e parmigiano, per mia fortuna fatta a casa senza dovermi sorbire la pasta incollata tipica dei ristoranti stranieri! Gran fortuna la mia!
Dire che ho dormito sarebbe una grossa bugia, in realtà ho più vegliato sul mio sonno e la mattina quando suona la sveglia mi sento più stanca della sera prima, comincio davvero a farmela addosso e penso... "Stefania non è una maratona, 21km puoi farli!" Ma niente mi convince, ho paura, chiunque di voi ami questo sport sa benissimo che gli imprevisti sono dietro l'angolo, e questa paura penso resti a tutti, che sia la prima mezza maratona o che sia la decima maratona!
L'aria fuori è fredda, il cielo è cupo, tira vento, tanto vento ma almeno non piove, questa è una gran cosa e spero che quel cielo nero resti solo tale.
Di corsa all'appuntamento con gli altri, l'aria è frizzante e gioiosa, dopo i saluti e un pò di foto io, Cecilia e Flavia, destinate all'ultima griglia, (da buone tapascione alla prima esperienza) ce ne andiamo tranquille tranquille ai nostri posti, sappiamo bene che prima di noi dovranno partire ben 4 griglie più i top runners. Un muro umano davanti a noi, dovremmo essere 30 mila e a guardarci, lo siamo di certo, un mare infinito di colori e di persone, la musica che ci accompagna ad alto volume, in giro parenti e amici a salutarci! Che bello! Il viale larghissimo di Carl-Marx Allee è invaso e noi siamo pronte! Tra una tattica pre-gara e un controllo all'equipaggiamento, vedo spuntare di nuovo Niko, non convinto della sua griglia (per l'occasione la A!!!!) se n'è tornato zitto zitto in mezzo a noi comuni mortali! D'altronde essere asfaltato alla partenza non è poi una gran cosa, meglio superare a passi lunghi i tapascioni!
Partiti i top, partita la griglia A, la B,C,D... e noi?
Dopo più di quaranta minuti di fare un passo non se ne parla! Argh... comincio a sentir freddo, ho buttato troppo presto l'impermeabile rubacchiato alla Roma Ostia che avevo portato per ripararmi, e nonostante l'allegria, l'adrenalina e l'aria di festa intorno a noi, l'ansia aumenta sempre più.
La musica viene interrotta dallo sparo... l'urlo di tutti noi e finalmente si parte!
Inizia il mio percorso con la mia voglia di vedere Berlino con altri occhi, con gli occhi del runner, di farlo con il vento nei capelli, con le gambe stanche, con il naso gocciolante e con il fiato corto, io e la mia fatica.
Il pensiero nel muovere i primi passi è: "sono felice, non voglio che finisca in fretta, me la voglio godere!".
L'ho presa bene, visto che dovrò faticare per due ore e passa (eh si sono lentina!), questo mi rincuora! Mi domando ancora cosa assumiamo di così pesante da farci gioire "sull'uscio" di una faticata di ore!
Intorno a noi ad ogni angolo, ogni singolo angolo, ci sono migliaia di persone, donne, bambini, padri, madri, fratelli, sorelle e ancora le bande, l'orchestra, i gruppi musicali, ogni tot km una musica diversa, le ballerine e le ragazze pon-pon!
Che emozione, in Italia non siamo abituati, o quanto meno io a Roma, l'atmosfera è del tutto diversa e mi piace un sacco! Aspetto con ansia il passaggio sotto la porta di Brandeburgo, so che arriverà presto, è proprio ai primi km e quando accade realizzo che ce l'ho fatta, è arrivato quel giorno e lo sto vivendo.
Sorrisi, chiacchiere e siamo quasi a metà percorso, 10 km, il passo per ora è buono. Siamo felici! Purtroppo però al dodicesimo decido di abbandonare le mie compagne di viaggio, un bisogno impellente mi chiama e devo rispondere! Cavolo, non mi era mai capitato di dovermi fermare per fare pipì, ma proprio oggi doveva capitare? Correre con la vescica piena non è proprio il massimo quindi decido di fermarmi e di non rischiare, so che Cecilia e Flavia andranno per la loro strada, mi dicono di non forzare per riprenderle, di non consumare tutte le energie e io gli do retta, arriveranno al traguardo prima di me e l'unico dispiacere non è per i minuti di differenza, ma solo per non aver tagliato il traguardo con loro.
Anyway, esplicata la pratica mi rimetto in marcia e da lì in poi fino al diciottesimo mi è sembrato di volare, non che non sentissi la fatica, quella c'era e la sentivo tutta, ma i km sono passati uno dietro l'altro senza pesare sulla testa. Il tifo, i cartelloni, i piccoli bimbi pronti a darti il cinque, i fotografi e la musica incessante, tutto questo ha reso il viaggio mentalmente molto piacevole!
Peccato per un dolore al ginocchio che fa capolino, sono ormai al diciannovesimo e comincio a sentire il fiato corto dall'emozione, mi rendo conto che manca davvero poco ma che se il ginocchio continua a far male dovrò per forza rallentare il passo. E così accade, mi concedo gli ultimi due km con un passo un pochino più lento, non voglio rischiare, non voglio farmi male, ma appena girato l'angolo dell'arrivo a Karl Marx Alee, la mia velocità è di 5' a km... vuoi il vento a favore (che per tutto il tragitto era stato contro! Maledetto!) vuoi l'emozione, senza accorgermi ho preso il via. L'arco all'orizzonte diventa sempre più vicino, non mi guardo intorno, il mio sguardo è fisso al di là dell'arrivo, il bip del cip sul tappeto rosso, gli occhi e le braccia al cielo. Scoppio in un pianto di gioia liberatorio! Ce l'ho fatta. Ho chiuso la mia prima mezza maratona, qualunque sia il tempo non voglio guardare, ora ho solo voglia di piangere... di felicità!
L'emozione di quel momento non si può raccontare e non è paragonabile a niente. Ci saranno nella vita altre soddisfazioni per me, ci saranno altre gioie, magari anche più grandi, ma sapere di aver corso una ventuno km, per me è qualcosa di impensabile fino ad un anno fa. Mi sento una vincitrice, sento di aver portato a casa una medaglia davvero "sudata" e non per il sudore sulla fronte, ma per tutte le prove affrontate.
Le gioie e i dolori degli allenamenti, le sconfitte e le vittorie. I giorni di sconforto passati a dire non ce la farò mai e quelli di gioia nel vedermi migliorare.
Grazie a chi mi è stato accanto, ha creduto in me, mi ha sostenuto senza mai mollarmi e a chi ha sopportato i miei sabati da semi pensionata, perchè domenica... domenica giorno di lungo! Ai miei compagni di avventura perchè senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa, perchè si corre da soli e con le proprie gambe, ma in realtà non si è mai veramente soli. E come incitava un cartellone lungo il percorso che non dimenticherò mai: "You're all heroes!!" e un po' a dire il vero mi ci sento sul serio!
Ora, siccome le cose a metà non mi sono in fondo mai piaciute: 42195????
Chi lo sa... to be continued...